Egregio Presidente Vladimir Putin,
ho 82 anni, vivo a Verona, in Italia e mi sento fratello con te, che vivi a Mosca, in Russia.
I nostri due Paesi non sono poi così lontani e diversi, se penso che mio figlio è venuto in gita scolastica proprio a visitare Mosca, insieme al suo professore ed ai compagni del suo corso, quando era all’università. Si trattava di una normale gita a scopo culturale fatta in Europa.
Personalmente, non sono d’accordo con la politica tendente a mantenere all’infinito la divisione dell’ Europa nei due blocchi contrapposti originatisi alla fine della seconda guerra mondiale.
E vorrei tanto che terminasse la corsa di quasi tutti gli Stati a comprare armamenti sempre più costosi e distruttivi, perché sono un inaccettabile spreco di risorse, dato che oltre un miliardo della popolazione mondiale vive in condizioni di povertà assoluta.
In particolare, noi Europei, potremmo per primi iniziare a percorrere convintamente la strada del disarmo per arrivare a convivere insieme finalmente in una Europa davvero unita.
Perchè è vero che siamo “Fratelli tutti”, come ci insegna Papa Francesco. Non di missili e di testate nucleari abbiamo bisogno qui in Europa e nel mondo, ma di prenderci urgentemente cura del nostro Pianeta Terra che è ammalato e soffre per il riscaldamento climatico.
Già da alcuni anni, infatti, i nostri giovani manifestano pacificamente in tutte le città del mondo e chiedono ai loro governi di mobilitarsi in base al concorde allarme degli scienziati perchè venga affrontata questa incombente emergenza.
Infatti, senza l’impegno di tutti a ridurre il rilascio nell’atmosfera dei gas serra, il riscaldamento climatico potrebbe entro la fine del secolo trasformarsi in una irreversibile catastrofe planetaria.
Il mio è dunque un invito, Presidente Putin, a considerare urgente, preferibile e soprattutto percorribile la strada del disarmo globale per tutti gli abitanti del Pianeta, a cominciare dall’Europa.
Roberto Cesari – Garda