Che successo! E non si intende perché ci siano stati numeri esponenziali di iscritti, o
grandi eventi, ma perché si è riusciti, con poco, a realizzare una giornata di comunione
e comunità fra famiglie diverse ma appartenenti al medesimo caro paese e parrocchia:
San Zeno. Infatti in poco tempo, con passione e dedizione, nella collaborazione fra
Generazione G e Parrocchia, si è realizzata una semplice iniziativa che mirava a
riproporre un momento di festa proprio per la famiglia, nel giorno di San Giuseppe,
che da tempo non si teneva, utilizzando gli ambienti parrocchiali, come “il Sorriso”, e
stando in quello che i nostri nonni chiamavano “Bròl del prete”.

La giornata è iniziata con la celebrazione dell’eucaristia, cui è seguito il pranzo e,
in seguito, giochi nel parco per i più piccoli e all’interno per i più adulti la tombola
che, alla fine, ha veramente coinvolto tutti, fra battute, scherzi e riso. Sull’esempio di
Dio, nella semplice volontaria dedizione, molti alla fine si sono aggiunti per
collaborare, per far sì che il tutto funzionasse al meglio a favore di piccoli e grandi.
Emozionante.
Un augurio infatti ci siamo scambiati: che questo sia l’avvio, dopo tempo di
staticità, per iniziative di comunità, di paese, di parrocchia e fede, di famiglia, per
ricordarsi che per quanto si ha la propria casa si è parte di una società, di un territorio
che, o si custodisce nella natura e nelle persone o si perde. Ci è stato consegnato e a
noi oggi farlo vivere.
Un tempo molto di più c’era motivo per rimanere in paese e incontrarsi collaborando,
ma ad oggi spesso si rischia di scappare, cercare divertimento personale altrove, già
pronto e servito, senza fatica e subitaneo. Questo fa perdere però molto dell’aspetto
umano della nostra vita che è quello della relazione, della fatica messa per non far
contenti sé stessi solo, ma altri, con passione e amore, nel puro sacrificio, a servizio
della comunità. Nessuno è da convincere su questo, si può solo sentire e credere.
Non è stata solo mera festa infatti, ma anche motivo di riflessione e
raccoglimento, ricordandosi, o almeno cercando, anche di quel fondamento della
famiglia che è Cristo. Famiglia che non è contratto, ma totale dedizione cui si crede e si
ama.

“La famiglia è lo specchio in cui Dio si guarda e vede i due miracoli più belli che ha fatto:
donare la vita e donare l’amore” diceva San Giovanni Paolo II Papa.
Insomma e concludo con queste parole di Charles Dickens, scrittore inglese di
fine 1800: “La famiglia non deve solo consistere semplicemente in coloro con cui condividiamo il
nostro sangue, ma anche in coloro a cui noi daremo il nostro sangue”.