Un secolo di vita: è l’importante traguardo raggiunto da Giuseppe “Bepi” Pippa, che pochi giorni fa ha raggiunto i cento anni. Originario di San Zeno di Montagna dove naque da papà Carlo Pippa e mamma Germana Zanetti nella contrada Castello, luogo ancora oggi a lui molto caro.
Bepi ha preso parte alla Seconda Guerra Mondiale di cui ancora racconta storie e aneddoti ricchi di fascino. Alpino DOC, fù destinato al Battaglione Verona e partì per la Russia. Soppravvisse alla battaglia di Postojali, lì gli si congelarono i piedi e con grande forza uscì dalla sacca e rientrò in Italia. Ancora oggi i suoi racconti e la sua memoria storica sono una testimonianza a dir poco preziosa di quanto accaduto durante il Novecento. A testimoniare le sofferenze e le tragedie vissute pubblicò insieme al gruppo “Scatti dalla Memoria” il libro “La mantellina engiassà”.

In occasione della Cerimonia del 77° anniversario della Liberazione, l’Associazione Nazionale ex Combattenti e Reduci insieme al Gruppo Alpini di San Zeno di Montagna festeggerà il “Socio” Bepi per il grande traguardo raggiunto, mentre Sabato 30 Aprile in occasione dell’adunata di zona a Goito (paese dove oggi abita) gli verrà dedicata l’intera giornata insieme al 60° “compleanno” del Gruppo Alpini di Goito.
AUGURI BEPI!
Ció che più impressiona ed emoziona nell’ascoltare Bepi raccontare ciò che visse in quei interminabili giorni della ritirata di Russia, oltre ai fatti raccontati, è la disarmante semplicità con la quale descrive e rivive quei momenti scolpiti come pietra nella sua memoria. È come se ogni volta lui tornasse lì e avesse nuovamente negli occhi i suoi compagni di sventura e come se, in quel preciso istante, anche tu che ascolti fossi lì con lui, al suo fianco, davanti a uomini e cavalli sommersi dalla neve, al Gio Lenotti che lo fa rialzare e lo costringe a forza a ritornare a casa, ai proiettili al gelo che travolge le ossa e alla fame inesauribile. E tutto come se fosse successo solamente ieri. Forza del Bepi è stata sempre la sua famiglia di origine, i Donatèi de Castèl, sono stati i suoi figli, ma soprattutto sua moglie, compagna di tutta una vita, mancata da poco, che sempre lo ha spronato a raccontare e per anni ne ha devotamente raccolto e messo per iscritto la memoria, quasi a custodirla dall’ingiuria del tempo che passa che tutto tende a far dimenticare e disperdere. Quindi auguri Bepi, auguri di cuore perché se il tuo esempio, oltre alla tua lunga vita, potrà essere di monito anche a un solo giovane allora il tuo compito sarà completamente assolto. Grazie Bepi e grazie a Generazione G. Continuate così a essere sempre presenti e puntuali sul nostro caro territorio