Sul Monte Baldo i “Diavoli” trovano terreno ospitale e fertile. Non si fraintenda. Non si tratta dei diavoli evocati assieme a scheletri, mostri e altre improbabili creature per Halloween da frotte di fanciulli nei riti scaramantici contro la stagione del freddo, del buio e della paura (anche nelle nostre arcaiche civiltà contadine l’inverno iniziava il primo di Novembre con la pratica del “vìm per i pòri morti”, ora sostituito da “dolcetto o scherzetto”). Stiamo invece parlando di legumi, ovvero dei fagioli detti “Diavoli”, grossi e larghi fino a tre centimetri, dai forti colori a fiamme striate come quelle dell’averno e capaci di valori proteici più delle bistecche.

È un potenziale gemellaggio agricolo, gastronomico ed etico quello iniziato tra il Monte Baldo e Norcia sui Monti Sibillini. Al bando panico e timori quindi, considerando: che i “Diavoli” norcini hanno la protezione di San Benedetto, il creatore spirituale e morale, col suo “prega e lavora”, della prima idea civile di Europa, di cui oggi è Patrono; e che Benigno e Caro, i due storici Santi del Monte Baldo purtroppo degradati dal Concilio Vaticano II, erano famosi per i miracoli delle rape e di altri ortaggi e, si narra, pure curiosa corrispondenza, che venisse da loro a consulto Pipino il Breve, il creatore politico del Sacro Romano Impero, che dell’Europa unita fu la prima configurazione.
Furono i missionari nel Seicento a portare questi fagioli giganti (il loro nome scientifico è Phaseolus Limensis) nel nostro continente dalle Ande peruviane, là documentati dal 6000 a. C.; non è una novità che umani, animali e vegetali siano da sempre migranti naturali per utilità o necessità.
Negli anni del Covid, i fagioli “Diavoli” di Norcia (lì sono un presidio territoriale) hanno messo radici sul Baldo, nei campi di diversi appassionati orticoltori e nei vasi di alcuni balconi, sui quali si arrampicano fino a tre metri ostentando fiori più rossi di quelli dei gerani, in attesa della raccolta di un promesso chilo di prodotto a pianta.
E se non sarà business, con la “Moneta del Papa” (questi fagioli sono chiamati anche così, forse perché in mancanza d’oro gli esattori pontifici si accontentavano con beni in natura) saranno almeno gustose e nutrienti pietanze su raffinate ricette, che abbondano anche in rete.

Buongiorno, ho trovato estremamente interessante la vostra descrizione dei fagioli “Diavoli” del Monte Baldo”.
Sarei interessato al loro acquisto (un quantitativo limitato casalingo). Dove posso trovarli?
Vi sarei grato se poteste darmi una risposta.
Grazie
P.S. Abito a Venezia ma farei volentieri una gita a San Zeno di Montagna per alcuni chili di questi particolari fagioli secchi.
Buongiorno signor Gino,
le consiglio di comperare i fagioli direttamente a Norcia, si trovano tante possibilità di farlo anche on line. Quanto prodotto a livello locale Nord montebaldino è finora stato destinato solo al consumo diretto e, regalandone le sementi a nuovi interessati nel numero di 30 a persona, alla diffusione della coltivazione, sempre per autoconsumo.
Cari saluti
Quinto