Simone Campagnari:<si sta pian piano riconoscendo che il nostro prodotto ha un gusto diverso>
<A livello nazionale c’è pochissima produzione, tra problemi di siccità ed alluvioni. A San Zeno, a parte un paio di aziende colpite dalla grandine, la produzione sembrava discreta. Adesso invece sembra non sia proprio al 100%, il prodotto è bello ma è un po’ scarso. La Festa delle Castagne sarà completamente soddisfatta, ma resterà solo qualcosina per il dopo>, spiega il presidente del consorzio, Simone Campagnari. <C’è una richiesta molto forte, perché si sta pian piano riconoscendo che il nostro prodotto ha un gusto diverso, che secondo me come caldarrosta è il numero uno>.
Non solo cura del prodotto ma anche legame del territorio, come emerge dalle parole di Campagnari:<Come consorzio abbiamo sempre cercato di vendere la produzione a San Zeno, così da attirare la gente e favorire il turismo a San Zeno. Un effetto è stato il prolungamento della stagione, che 20 anni fa finiva a settembre>.
La storia del consorzio
Il Consorzio di Tutela del Marrone di San Zeno D.O.P. nasce dall’iniziativa di un gruppo di produttori di marroni del monte Baldo Veronese che, nel 1997, hanno costituito l’Associazione del Marrone di San Zeno. L’obiettivo principale dell’Associazione era rimettere in piedi la castanicoltura del Baldo e salvaguardare l’ambiente, le tradizioni e i costumi locali. Ma il solo modo per riuscirci era permettere ai produttori di ottenere un prezzo migliore per il proprio prodotto e ricavare un reddito dalla castanicoltura.
<Il “timoniere” del tempo è stato Giacomo Peretti detto “Bomba”, che con lungimiranza aveva capito che il prodotto andava comunicato in modo da far capire alla gente che il prodotto di San Zeno era diverso rispetto alle altre produzioni, nazionali od estere>, racconta Simone Campagnari. <Gli si doveva dare il nome “Marrone di San Zeno” e si doveva cercare di ottenere la Denominazione di Origine Protetta>.
Da qui nacque l’esigenza della Denominazione d’Origine Protetta, DOP, che tutelasse il vero e solo “Marrone di San Zeno” da imitazioni e concorrenze sleali; che permettesse di valorizzare la qualità grazie al prestigio ed alla garanzia del marchio comunitario; che significasse omogeneità qualitativa delle produzioni, come previsto dal disciplinare di produzione; che incrementasse la notorietà del prodotto grazie alla conoscenza del marchio comunitario da parte del consumatore.
<Ci sono stati lunghi e difficili passaggi: Camera di Commercio, Regione Veneto, Ministero delle Politiche Agricole ed infine Comunità Europea, per un totale di 3-4 anni>, continua Simone Campagnari. Insomma, non è stato facile ma l’ambito riconoscimento europeo è stato ottenuto nel 2003 e nello stesso anno si è costituito il Consorzio di Tutela del Marrone di San Zeno D.O.P. che oggi riunisce circa 40 soci, tra San Zeno di Montagna e Brenzone sul Garda.
A San Zeno di Montagna torna una delle sagre di punta dai sapori autunnali: quella dedicata alle castagne
Dopo un anno di stop a causa dell’emergenza sanitaria, quest’anno la tradizionale festa raggiunge la 49esima edizione. Dal 23 ottobre al 7 novembre, tre weekend di promozione e tradizione del territorio dedicati al frutto autunnale.
La manifestazione mette in mostra le eccellenze del territorio, è molto attesa da grandi e piccini, e attira un gran numero di viaggiatori amanti del turismo enogastronomico. Una boccata d’ossigeno per le aziende che vendono prodotti a chilometro zero e per tutto il comparto della ristorazione locale.
<Il ritorno della festa è fondamentale, soprattutto per permettere introiti tali da invogliare a mantenere i castagneti e la tradizione, di presentare i propri prodotti in piazza ed andare avanti. Inoltre uno degli altri motivi per cui è nato tutto è stato per recuperare i castagneti perché fossero coltivati così da mantenere l’ambiente bello e turisticamente rilevante>, conclude Campagnari.
