A Monsignor Zenti, Vescovo di Verona
La preoccupazione dovuta a progetti miranti allo sviluppo di un turismo religioso, che avrebbero comportato uno scempio per il Monte Baldo nell’area ricompresa tra Malcesine e Ferrara di M.B., non mi ha consentito di considerare e quindi presentare il problema in tutta la sua interezza. Mi riferisco al fatto di ritenere, e mi scuso della mia forse irriverente schiettezza, che la croce astile, a parere della sottoscritta e non solo, è brutta e sgradevole al vedersi a motivo delle sue dimensioni fino a far supporre una megalomania da parte di chi l’ha voluta. Guardandola in foto non è da escludere, infatti, la necessità di un cannocchiale per poterla vedere bene da cui ne deriva una sensazione sgradevole tanto da aver suggerito ad alcuni di soprannominarla, in considerazione dei benefici economici sottesi, ‘il palo della cuccagna’.
Impiantata vicino ad una modesta chiesetta che è espressione del sentire di chi ama il Monte Baldo per la sua naturalezza e semplicità, essa verrebbe a produrre, invece, una dissonanza, anche al solo immaginarne l’accostamento, che si traduce in uno stridio non solo per l’occhio ma soprattutto per l’anima, in un tempo in cui si rende quanto mai necessario il prevalere di un ‘sentire comune che pacifichi gli animi’.
Mi auguro che sia possibile un ulteriore ripensamento da parte di chi ha la facoltà di cambiare gli eventi, facendosi così interprete delle vere intenzioni di Papa Giovanni Paolo II° quando, ben lungi dal causare divisione fra i fedeli, è stato un demolitore di barriere venendosi a confermare un grande costruttore di pace fra i popoli.
Fiduciosa nella sua comprensione, La ringrazio sin d’ora per quanto verrà fatto.
Rosa Gravina – Brenzone sul Garda
Grazie Sig.ra Gravina, in poche righe ha saputo riassumere un sentimento comune. La schiettezza non è mai irriverente : irriverente è non tener i. alcu. conto. sentimento comune..
Mi piace riprendere un passo del bell’articolo di Franco De Battaglia su Vita Trentina, settimanale diocesano, che prese a cuore la questione fin dall’inizio, con pacatezza e lucida fermezza:
“Ma quella del Baldo non è neppure una croce, è un’asta del tutto fuori misura (18 metri, più alta di una grande casa!) che sfigura anche il pastorale cui Wojtyla si appoggiava. Non è un segno sacro: è semplicemente inappropriata in un luogo non adatto, e non dovrebbe essere necessaria la tutela del paesaggio, ma solo un minimo di buon senso e di buon gusto, per scoraggiarla. La croce, infatti, è un segno cristiano che può essere anche tradito, come venne tradito Cristo. La tradiscono ostentazioni come le massicce e costose croci d’oro che l’estate si possono vedere sui petti abbronzati di spesso arroganti frequentatori di spiagge.”
Grazie,
Stefano Testa
Malcesine
Grazie a Lei dell’attenzione e di di aver fatto conoscere il passo dell’articolo citato a quanti sono interessati alla questione della croce
Ma perché non doniamo questa croce al paese natale del papà e con un po’ di pubblicità attiviamo il flusso turistico nella sua amata Polonia? E ci togliamo il problema!
Mi sembra un’ottima idea e forse potrebbe essere un’iniziativa di esempio che per migliorare le relazioni internazionali