Dopo alcuni mesi di gestazione è stata recentemente presentata l’associazione “Monte Baldo patrimonio dell’Umanità”, un’associazione di promozione sociale che intende promuovere e difendere il Monte Baldo al di là dei confini amministrativi. L’obiettivo è il riconoscimento della montagna come patrimonio dell’Umanità Unesco. L’associazione è formata sia da cittadini veronesi che trentini, a partire da semplici amanti della montagna, fino ad arrivare a naturalisti, paesaggisti e studiosi.

Presidente della nuova associazione è il veronese Maurizio Delibori, coadiuvato dalla vicepresidente trentina Anna Vittoria Ottaviani e dalla segretaria Lorenza Ragnolini. Il direttivo si completa con i consiglieri Quinto Canali e Alessandra Zanoni, trentini, e Leandro Donati e Carla Tagliaferri, veronesi.

“La nuova associazione chiede agli amministratori baldensi una regia unitaria, un tavolo di lavoro comune, di confronto, proposta ed azione, per arrivare ad un progetto unico di valorizzazione del monte Baldo, in quanto il Monte Baldo pur essendo per il 58% in territorio Veneto e per il 42% in Trentino, è una unica realtà, geografica, naturalistica ed identitaria” sostiene il presidente Delibori. “Il Monte Baldo ha tutte le caratteristiche per rientrare nella lista del patrimonio mondiale Unesco, non solo per i suoi valori naturali eccezionali, dal punto di vista geologico ed in particolare botanico e micro-faunistico, ma anche per la presenza di paesaggi culturali particolari e singolari come quelli delle malghe e dell’alpeggio, delle testimonianze storiche dell’uso del territorio collinare e montano con i suoi particolari e caratteristici insediamenti architettonici, delle numerose testimonianze della Grande Guerra, tutte espressione della fatica nell’abitare in montagna e nello stesso tempo, della resistenza delle comunità montane all’abbandono della stessa”. La nuova associazione, promuoverà iniziative di conoscenza e di approfondimento  dell’identità montebaldina concepita come ricchezza culturale materiale e immateriale, come racconto documentato e genuino delle storie degli uomini che vi abitano e vi hanno abitato e delle vicende e delle opere che si sono succedute. L’associazione ritiene che il riconoscimento come Patrimonio Unesco (come le Dolomiti o le Terre del Prosecco) non sarà un punto d’arrivo ma un punto di partenza, uno strumento, una tappa importante di un cammino per un modello di sviluppo autenticamente sostenibile ed integrato. “Intendiamo riunire persone e associazioni interessate al Baldo o che operano in esso, per proporre un iter veloce di riconoscimento Unesco, che tenga conto anche delle proposte e delle esigenze del mondo associazionistico, culturale e naturalistico” conclude Delibori.

Il Monte Baldo (dal Cinquecento conosciuto anche come “Hortus Italiæ” e poi “Hortus Europæ”) è una dorsale montuosa che si estende per 390 kmq. (da 65 a 2218 m.s.l.m.) tra il lago di Garda ad Ovest e la Valle dell’Adige ad Est (larghezza media 12 km.), la Valle di Loppio a Nord e la pianura veronese a Sud (lunghezza 40 km.); amministrativamente è attualmente diviso tra la Regione del Veneto (58%) e la Provincia autonoma di Trento (42%) e tra quindici comuni con una superficie complessiva di 650 kmq. e più di sessantamila abitanti: dieci veneti (Brentino Belluno, Brenzone sul Garda, Caprino Veronese, Costermano sul Garda, Ferrara di Monte Baldo, Garda, Malcesine, Rivoli Veronese, San Zeno di Montagna, Torri del Benàco) e cinque trentini (Ala, Avio, Brentonico, Mori, Nago Torbole). Pista preistorica di penetrazione umana verso e oltre le Alpi e, nei millenni più recenti, territorio di confine, il Monte Baldo è valutato e riconosciuto a livello internazionale quale luogo privilegiato di biodiversità naturalistiche e ambientali, vegetali e microfaunistiche, per la grande quantità di specie rappresentative di varietà climatiche differenti, da quelle mediterranee a quelle alpino-artiche. Dal tardo Medioevo e soprattutto dal Rinascimento, il Monte Baldo fu il luogo delle prime esplorazioni e geo-localizzazioni botaniche ed entomologiche, che si sono susseguite poi nei secoli e continuano tuttora.