Amo il Monte Baldo e sostengo il Comitato “Amiche e amici del Baldo” sorto recentemente a Malcesine. Sento il dovere di rivolgermi a quanti si sono assunti delle responsabilità di fronte a noi cittadini nella cura dell’ambiente e del Creato tutto, impegnandosi così a dare il buon esempio. So che non è facile in una società dove predomina la logica del profitto e dove il bene comune è quello degli altri, ma anche questa volta la posta in gioco vale molto, trattandosi di un luogo incontaminabile qual è Tratto Spino a Malcesine sul versante veronese del Monte Baldo.
Un luogo che introduce ad un panorama con una sua propria unicità per le molte cime che, afferenti a tre regioni confinanti, sembrano incoronare il lago di Garda in un invito a far festa, con un canto di lode da parte di chi si sofferma ammirato e commosso. L’altezza delle montagne, gli spazi sconfinati, gli azzurri infiniti immersi in un silenzio, che solo la brezza interrompe, hanno costruito “da sempre” una cattedrale ideale a suscitare la consapevolezza della bellezza e della grandezza del Creato. Ne nasce un sentimento di comunione. La condizione di separazione dalle altre creature, che ogni giorno viviamo, qui si trasforma in un sentimento di comunione per un sentire di formare, con gli altri esseri dell’universo, una stupenda unità universale. Non è questo a cui tende la chiesa e chi si prende cura della nostra spiritualità?
In questa ottica l’installazione di una Croce di 18 metri – ma sarebbero troppi anche meno per tutto quello che essa comporta – mi sembra un insulto al Creatore, che mai come in questo luogo insegna a leggere e capire attraverso le sue opere. Non vi è certo bisogno di aggiungere altro, buono perdipiù, nel caso della croce in questione, a magnificare l’opera di chi se la “intitola” applicandogli un’etichetta di qualità. Sì, un’etichetta che diventa un simbolo di divisione nel prevaricare una religione sulle altre, come se il Creatore non fosse lo stesso. E’ quanto da sempre viene fatto e le crociate ne sono l’esempio, ma i tempi insegnano che è arrivato il momento di capire. Oggi abbiamo ormai imparato che non ci devono essere luoghi di predominio, tantomeno dove nasce una relazione intima con il Creatore, che solo così possiamo cominciare a sentirci tutti fratelli e a bandire ogni forma di rivalità e forse di silenziosa esclusione. E’ questa rivalità che poi, la storia insegna, induce alla prevaricazione, alla lotta, all’inimicizia, alla guerra.
Se vogliamo la pace, bisogna cominciare dalle piccole cose e con piccoli gesti, anche di umiltà. Ed allora, monsignor Zenti, Vescovo di Verona, sono a chiederle di rinunciare al progetto e di restituire la Croce al mittente. Ricorderebbe a tutti noi che Gesù ci ha insegnato a non lasciarci strumentalizzare per mercimonio. Lo ha fatto quando ha cacciato i mercanti dal tempio. Forse è arrivato il momento di ascoltarlo.
Ringrazio anche a nome di quanti condividono questo mio sentire.
Rosa Gravina – Brenzone sul Garda