La recente raccolta online di firme per impedire la costruzione di una croce di 18 metri sul Monte Baldo nel versante di Malcesine, a cui volentieri mi sono associata, mi porta a fare delle riflessioni che vorrei condividere con i lettori de “La Voce delle Contrade” di S. Zeno che gentilmente dà ospitalità a quanti vogliono partecipare in questa forma alla vita di comunità.
Non entro qui nel merito dell’opportunità o meno di una tale costruzione in quanto a tale scopo basta il solo il numero di firme raccolte in pochi giorni mentre vorrei soffermarmi a considerare il facile rischio di vedere concretizzarsi interventi attuati per iniziativa di pochi e non sono apprezzati dai tanti che da anni frequentano il Monte Baldo e lo amano semplicemente “così com’è” senza aggiunte che potrebbero risultare manipolazioni della sua natura.
Mi domando che cosa fa “l’essere il Monte Baldo” in questa ottica e la mia risposta è da ricercare nel riconoscergli una sua “essenza” che viene dal sistema di Natura che gli è proprio, che lo rappresenta. Un sistema che non ha niente a che vedere con il sistema economico e di mercato ma con l’insieme dei suoi sentieri, le asperità delle rocce, le distese di prati e di boschi. il susseguirsi di vallate e di cime che da sempre si intercalano con contorni e profili che mutano secondo le diverse prospettive e per come si posiziona il visitatore che viene ad avvertire così le distanze e quindi gli spazi nel tutto.
Quanto avvenuto è un campanello di allarme di come sia facile dimenticare che il Monte Baldo è di tutti e non oso pensare che siano i Sindaci a dare il cattivo esempio.
Rosa Gravina – Brenzone sul Garda