Le riunioni proseguono, l’ultima telematica il 10 novembre, ma il futuro del Monte Baldo è quantomai incerto. L’acceso incontro virtuale promosso dalle associazioni ambientaliste, alla presenza di politici, imprenditori, lobby e cittadini, ha avuto come punto principale il progetto di creazione di un Parco del Baldo. L’argomento, dibattuto da molto tempo, è un cardine imprescindibile per la tutela del Baldo secondo le predette associazioni, che non hanno intenzione di mollare.

Realizziamo il Parco del Baldo, i benefici sarebbero enormi: culturali, ambientali ed economici“, così sostiene Roberto Cesari, uno dei promotori del progetto Parco del Baldo. “Grazie alla protezione delle specie di fiori ed animali unici al mondo (endemismi), si attirerebbe un turismo di qualità e non distruttivo: un vero tesoro rinnovabile da trasmettere intatto alle generazioni future“.

Il progetto di un Parco Naturale sul Monte Baldo nasce negli anni “settanta” del secolo scorso, proposto  dalle associazioni locali (WWF, CTG, Italia Nostra, Legambiente, ecc.) con una serie di convegni, mostre, pubblicazioni ed iniziative anche legislative, che però non hanno portato alla sua istituzione per l’opposizione iniziale dei cacciatori e di varie amministrazioni comunali, oltre alla stessa Comunità Montana del Baldo.

Il parco è uno strumento di programmazione territoriale che da una parte servirebbe a tutelare i valori naturalistici  eccezionali e la biodiversità baldense e dall’altra promuoverebbe un utilizzo ecosostenibile ed ecocompatibile della montagna, sviluppando forme di turismo non invasive o deleterie per il territorio (villaggi turistici, impianti sciistici, strade silvo-pastorali, ecc.)“, dichiara Maurizio Delibori, presidente del CTG Monte Baldo e storico insegnante a San Zeno di Montagna.

Questo concetto di parco è stato sviluppato con il Parco Naturale Locale Monte Baldo dai trentini nel 2013, solo per la provincia di Trento, ma non è completo, in quanto non possiede una gestione indipendente del territorio (è come se fosse solo uno strumento di pianificazione urbanistica, senza una vera e propria promozione con una gestione appropriata)“, continua Delibori.

Dal 2016 la stessa provincia di Trento ha pensato di iniziare un iter di studio per candidare il Baldo trentino quale Patrimonio dell’Unesco, sviluppando ricerche, studi e promuovendo convegni appositi, l’ultimo dei quali è stato nel 2019. L’Unione montana del Baldo-Garda dal 2018 ha invece svolto una ricerca con l’Università di Milano per realizzare sul Baldo veronese una Riserva della Biosfera MAB.

Entrambi i progetti, trentino e veronese, sono all’interno dell’UNESCO ma non sono compatibili su uno stesso territorio. Il Monte Baldo è unico e va da Caprino-Garda fino a Nago e Mori e non è possibile dividerlo. Occorre un tavolo comune ed è quello che come associazioni vorremmo proporre. Il portare avanti due progetti vuol dire non arrivare a niente e insabbiare l’idea. E’ questo che ci pare ora sia il pericolo: far passare anni e intanto non si fa niente di concreto per valorizzare e difendere il territorio“, ribadisce Delibori.

Del Parco del Baldo si parlava già 40 anni fa, soprattutto per proteggere orchidee e insetti rari, specie uniche al mondo. Gli oppositori erano i cacciatori, i costruttori edili e gli imprenditori vari, che temevano limitazioni per la caccia e per le loro imprese“, continua Cesari. “Siamo ancora fermi agli anni ’70, perchè scienziati ed amministratori hanno interessi diversi e non concordano neanche sui nomi da usare: ‘Parco’, ‘Riserva’ (MAB) e ‘Patrimonio’ (UNESCO)“.

Ma sono ottimista. È vincente la proposta di Quinto Canali (ex assessore del Comune di Brentonico, ndr): fare un’associazione ambientalista unica, “SOPRACONFINE” (TN+VR) per tutelare l’intero Hortus Europae, il Monte Baldo“, conclude Cesari.

Generazione G sul Monte Baldo – Foto di Alessio Zanolli

Qualsiasi di queste strade verrà intrapresa, se portata fino in fondo condurrà a una svolta epocale per la nostra cara montagna, che cambierà completamente il modo di viverla. In ogni caso il Monte Baldo va protetto e conservato, poiché qui troviamo il passato, il presente ma soprattutto il futuro della nostra comunità!


Articolo di:
Federico Guarelli

Nicola Peretti

Si ringraziano per le preziose testimonianze Roberto Cesari e Maurizio Delibori.

5 thoughts on ““Realizziamo il Parco del Baldo, i benefici sarebbero enormi””
  1. RAGAZZI, GIOVANI DELLA REDAZIONE, CONTINUATE COSÌ.
    INTANTO AVETE POSTO IL PROBLEMA : VOGLIAMO PROTEGGERLO, OPPURE NO, IL NOSTRO ” HORTUS EUROPAE ” ?
    TOCCHERÀ PROPRIO A VOI, NUOVE GENERAZIONI, PORTARE A COMPIMENTO LA TUTELA DEL MONTE BALDO,
    E LO FARETE SECONDO I VOSTRI LEGITTIMI INTERESSI. . . .
    ASCOLTATE, DUNQUE LE RAGIONI DEGLI UNI E DEGLI ALTRI, IN MODO DA APPROFONDIRE I DIVERSI PUNTINDI VISTA.
    NEL RECENTE INCONTRO SU ZOOM DEL 10/11/’20, ORGANIZZATO DA MAURIZIO DELIBORI, ERANO 24 I PARTECIPANTI.
    PER GLI SCIENZIATI HA PARLATO DANIELE ZANINI DIRETTORE DELL’ ORTO BOTANICO DI NOVEZZINA E PER GLI AMMINISTRATORI HA PRESO LA PAROLA IL SINDACO DI COSTERMANO, PASSERINI.
    CHE NE DIRESTE DI FARE LORO UNA INTERVISTA PER CHIEDERE COME ANDREBBE TUTELELATO IL MONTE BALDO ?

    1. Buona sera a tutti, colgo con piacere l’invito dell’amico Roberto Cesari di una intervista o di un confronto a due su Zoom.
      Sono da anni favorevole alla tutela del nostro territorio e per questo dal 2014, con altri amministratori locali, ci siamo attivati per portare avanti la creazione di un Parco del Baldo – Garda sotto egidia UNESCO attraverso il programma – riserva MAB.
      Rimango a vostra disposizione per stabilire ora e data dell’incontro in videoconferenza.
      Buon lavoro a tutti.
      Stefano Passarini

  2. Penso anch’io sia una cosa da realizzare assolutamente il Parco del Monte perché paure, interessi legittimi ed economici anche ma soprattutto per gli abitanti per il fiorire di un turismo di qualità attratto per le bellezze ambientali di flora e fauna unica al mondo che unisce sul suo territorio varie specie che vivono in climi temperati, ma anche tropicali e alpini. Bisogna assolutamente evitare un antropizzazione selvaggia e speculativa permessa ai piedi dello stesso Monte Baldo dalle varie amministrazioni comunali.

    1. Buongiorno sig. Maffezzoli,
      Leggo solo ora l’articolo e, di conseguenza il suo intervento del 13 novembre.
      Sembra essere un premonitore, poiché, solo due settimane dopo, a Malcesine, andava in scena quanto lei qui magistralmente descrive: “Bisogna assolutamente evitare un antropizzazione selvaggia e speculativa permessa ai piedi dello stesso Monte Baldo dalle varie amministrazioni comunali.” Ecco, Malcesine non si accontenta dei piedi, parte direttamente dalla testa, per non sbagliarsi. 😉
      Stefano Testa

  3. Sono contenta che ci siano persone, e tante, che condividono con me il desiderio di vedere rializzato il riconoscimento del valore del Monte Baldo che solo l’Unesco può veramente garantire. Vorrei però aggiungere che, scondo me, siamo solo all’inizio e non dobbiamo accontentarci che ci siano delle autorità, dei politici , dei cittadini che ci ascoltano. Il percorso è molto complesso e pieno di insidie e bisogna bandire ogni ingenuità..intendo dire che ci vuole una strategia che consenta di superare gli ostacoli e individuare le risorse che renda vincente il progetto.

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